Il FASSONE SARDO “Fassoi”
(galleria fotografica, che può essere navigata con i tasti direzionali della tastiera)
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RELAZIONE :
Il FASSONE SARDO “Fassoi” 7 ottobre 1996
(a cura di Roberto Lattini)
Durante i tre giorni passati in Sardegna per acquisire dati sul Fassone, ho potuto appurare , con sommo dispiacere, che, l’arte di costruite tale imbarcazione stava scomparendo e che a Cabras è rimasto solo il sig. Pinna detto Su Pinnighi , abitante in via Garibaldi, il quale costruisce ancora il “Fassoi” solo su ordinazione.
E’ un uomo che ha oramai superato di molto la settantina d’anni, dal volto secco, scavato dalle rughe, tipico volto sardo , con zigomi e la fronte segnati dal tempo, magro tutto nervi e per passatempo e per arrotondare la pensione costruisce modelli del Fassone con la tipica canna del Feu.
Lo Stagno di Cabras risulta un lago interno, non ha nulla da vedere con quello paludoso del passato quando veniva solcato da numerose imbarcazioni tipiche di canne legate, ora risulta pulito con poca vegetazione lacustre, e solo in alcuni tratti di costa è ancora invaso dalle tipiche canne dove il sig. Pinna raccoglie e costruisce gli ultimi Fassoi.
La Tipha Maior “soprannominata Spada dal Pinna o Feu da Mena Manca Cossu tratto dal libro “I pescatori di Cabras” e da altri studiosi del posto, viene chiamata Falasco o giunco palustre da Roberto Capparoni tratto dal libro “Mal di Ventre : L’isola nell’Isola “, o con il nome di fieno Scirpus Lacustri e giunco Juncus acultus secondo Giuglio Paulis in Fassoi , comunque è uno stelo di canna che raggiunge i tre metri di altezza ed i due centimetri di diametro alla base, la cellula interna e chiusa come quella della canna di Totora di origine Peruviana del Lago Titicaca dove costruiscono imbarcazioni simili al Fassoi e si chiamano Balsas, unica differenza chela forma dello stelo sardo è rotondo mentre quello peruviano è triangolare, tutti e due comunque assorbono poca acqua e tendono a marcire dopo almeno otto dieci mesi e reggono meglio la navigazione non si appesantiscono come se costruiti con canne dalle cellule aperte tipo il Papiro.
Secondo una informazione avuta da due studiosi del posto i fratelli Levi, il fassone come lo conosciamo attualmente ha questa forma sin dal Medio Evo , ma per volere del Signorotto di Cabras che attorno al 1266 emise un editto con il quale obbligava i pescatori di costruire i Fassoi troncati ( l’editto pare si trovi presso l’archivio di Cagliari) in realtà le imbarcazioni prima di tale periodo avevano una forma con poppa e prua a punta , simili alle imbarcazioni Nilotiche ed ai Balsas , segandoli a metà presero la forma attuale .
Tale affermazione non ho potuto appurarla nel breve tempo trascorso a Terralba per la conferenza sull’Arco Nuragico che ho tenuto con Silvano Borrelli , per l’esattezza “Dall’ossidiana al Carbon Plus L’arco in Sardegna” sabato 5 ottobre 1996 presso la Biblioteca Comunale di Terralba . E pertanto questa informazione andrebbe riveduta e corretta nel caso non si trovasse traccia di codesto editto.
Comunque alcuni anziani pescatori del posto ci riferirono che la forma allungata con poppa e prua simili tenevano meglio le onde e che sicuramente furono in passato molto remoto costruite come appena descritto sopra, pertanto in alcuni graffiti presso la cappella di Santa Giusta diano l’idea del Fassoi appunto come descritto.
Spero comunque , grazie ad una manifestazione che si tiene ancora oggi a Santa Giusta , la regata sul lago con i Fassoni , non debba mai venire meno e perdere così una identità del posto che per migliaia di anni la popolazione locale si è tramandata, oltre al pericolo incombente della perdita della suddetta canna dovuto ad inquinamento da diserbanti per nuove entità agricole a discapito della flora autoctona .
All’ Ipogeo di San Salvatore di Sinis I° sec. D.C. vi è una raffigurazione del Fassoi .
Il Cresci paragona il Fassoi alle barche egiziane dell’età Neolitica, costruite in Egitto con fasci di Papiro legati assieme e ricurvi alle estremità.
Il Byhan lo vede famigliare oltre alle imbarcazioni alle imbarcazioni egizie di papiro ai battelli di Dicoa del Golfo Persico e alle Balsas del lago Titicaca in Perù.
In Sicilia è riscontrata qualcosa di simile ; è la “Varchetta d’Anciddi” caratteristica del Lago Lentini presso Siracusa, segnalata dal Cocchiara come la barca da pesca più antica che sia mai stata riscontrata in Sicilia.
Degna di nota è anche l’affermazione di D. Levi al quale esaminando i graffiti dell’Ipogeo di San Salvatore in Sinis è sembrato di vedere nella prima stanza a destra, parete sud, un disegno che indicherebbe un tipo di imbarcazione simile a “Su Fassoi”
Comunque sino ad ora non è stato riscontrata una data esatta della nascita di codesta imbarcazione che a dire alcuni studiosi , ci arriva direttamente dalla Preistoria, altri è di origine medievale o addirittura più recente . La barca ha comunque un suo fascino che sia neolitica o no, dal poco che posso dedurre a pare mio la collocherei nella preistoria , ma fin che non si trova una documentazione più precisa tutte le finestre della ricerca sono aperte.
Bibliografia: I Pescatori di Cabras di Mena Manca Cossu
Mal di ventre:l’Isola nell’Isola di Roberto Copparoni
Fassoi di Giulio Paulis