Victory 1805 - Oratio Nelson
Giuseppe Marcucci
(galleria fotografica, che può essere navigata con i tasti direzionali della tastiera)
NOTE COSTRUTTIVE GENERALI
N.B.: mi scuso fin d'ora con il paziente Lettore per la nomenclatura usata qui sotto, ma non è un fatto di noblesse, quanto una necessità espressiva tecnica, che se così non fosse, avrebbe dovuto ad ogni vocabolo specifico accludere una descrizione lunga e tediosa non giustificabile per questa modesta descrizione; comunque sono sempre a disposizione per chiarimenti durante il periodo previsto dalla manifestazione.
Lo studio del modello è stato impostato nel dicembre del 1978 . Ero già reduce da due tentativi di realizzazione della stessa nave in altre scale e altre documentazioni che non furono ritenute da me soddisfacenti . Poi nell'estate del '78 mi capitò tra le mani , un buon libro che non era altro che la traduzione in italiano del celebre (per noi appassionati è così)"The Anatomy of the Nelson's Ships" di C.N. Longridge. Questo Signore non fece altro che una ipotetica ricostruzione al vero della H.M.S. VICTORY,utilizzando i piani di T.Sledge responsabile della costruzione del ns. vascello: infatti all'interno il dimensionamento delle varie parti è espresso nelle contemporanee dimensioni inglesi(del 1765) (pollici,piedi,libbre,ecc) , dando al modellista,la libertà di scegliere la scala di realizzazione a lui più congeniale. Io, dopo varie congetture ho deciso di usare la scala tipica dei modelli d'arsenale inglesi :cioè un piede :1/4 di pollice che nella trasposizione metrica corrisponde alla scala 1:48, essa mi avrebbe consentito la realizzazione di parecchi particolari senza rischiare la vista ,in più se fosse capitata l'occasione di fare una gita a Londra avrei potuto confrontare il mio modello mnemonicamente con quello realizzato dallo stesso C.N. Longridge. Dopo averlo letto tutto d'un fiato, con una confusione che non sto a raccontare, sono ripartito con una lettura più lenta, a step, cercando di rendermi conto delle probabili difficoltà per la realizzazione dello scheletro e dato che non avrei realizzato una struttura a vista , ho deciso per una costruzione promiscua rispettando sempre le sezioni , i volumi e le relative caratteristiche storiche richieste:dopo aver raccolto un pò le idee, sono partito: ho acquistato del compensato marino da 6mm per la realizzazione dello scheletro, e ho iniziato la tracciatura delle numerose ordinate direttamente sul compensato, svuotandole dove richiesto. All'epoca (1979) mi mancava l'esperienza e la mancanza di conoscenze tecnologiche e il coraggio!! ,per affrontare una costruzione classica al vero, cioè il realizzare anche le ordinate a pezzi. Oggi certamente non costruirei più con quel sistema. Dopo circa quattro mesi, ho terminato il taglio delle ordinate,e da quel momento ho iniziato ad applicare tutto ciò che di storico potevo realizzare con le mie mani. Innanzitutto ho dovuto fermarmi un attimo per studiare una buona programmazione costruttiva, non si dimentichi che una volta finito ad esempio un ponte,(specie quelli inferiori) è bene controllare che tutto sia stato realizzato,sistemato in modo definitivo, perché poi, sarebbe impossibile arrivarci con le mani e con la vista; a volte ho scelto di semplificare la costruzione sacrificando qualche particolare. Per il ponte di corridoio, quello dei cannoni , coperta e casseri (quelli più in alto), tutto è stato rispettato e realizzato al massimo delle mie possibilità manuali e conoscenze: una cosa fondamentale nel modellismo è l'acquisizione di documentazione valida ed esauriente, lo dico perche sono venuto a conoscenza di molte altre caratteristiche specifiche solo dopo aver magari chiuso ad esempio un ponte. Ho messo in bolla longitudinale e trasversale la struttura, ho costruito uno scalo di costruzione dove ho riportato tutti i riferimenti caratteristici del disegno,e ho dato inizio alla vera e propria costruzione, per l'occasione mi ero munito di una di quelle agende bancarie per segnare tempi ,particolari costruttivi, e materiali d'acquisto come legnami ed attrezzi particolari. Diversi sabati pomeriggio hanno richiesto il taglio dei vari legnami : in essenze, nelle dimensioni e nei vari spessori in scala usati all'epoca(1765) avevo sempre in tasca con me la distinta di taglio!! Ricordo che per ingraziarmelo oltre che pagarlo mi portai a cena un mio amico falegname di Pesaro, che pazientemente e qualche sbuffo ,mi tagliò e calibrò lunghi listelli, tutte quelle parti che sarebbero servite per la costruzione del fasciame, bagli ,massicci, e tavolette a spessore da cui poi io mi sarei ricavato le varie parti tagliate a misura e/o sagomate. Ho iniziato con la posa della chiglia in olmo e l'imparellatura per il collegamento con, la ruota e controruota di prua e il dritto di poppa già preparato a parte completo del suo dragante, le arcacce, e i massicci di collegamento con la chiglia. Quindi sono passato al montaggio delle ordinate e il loro relativo fissaggio. Ricordo che ci misi circa sei mesi solo per la fasciatura in quercia bianca dell'opera viva, chiodata e tappata,levigata e trattata con olio di lino,alla quale va aggiunto il montaggio delle numerosissime piastre in rame (tagliate a misura da lastra) fissate con chiodi in rame, dato che questi sono molto teneri per conficcarli nella quercia è necessario preforare la tavola di fasciame quindi piantare il chiodo (queste piastre servivano a proteggere lo scafo dall'azione dalle teredini :una specie di mollusco marino simile ad un lungo verme che vive in acque tropicali e che mordendo il legno si inserisce all'interno del fasciame ne provoca il deperimento fisico-meccanico facendo perder loro resistenza, con il grosso rischio di perdere la nave. Ho proceduto alla tracciatura dei cento portelli dei cannoni facendo riferimento alla linea di costruzione, ho controllato che fosse perfettamente simmetrica tra quelli di dritta che quelli di sinistra,quindi ho iniziato a praticare le aperture, limarle, squadrale e incorniciarle, preparando già le feritoie per l'attacco della ferramenta fissa delle cerniere d'apertura portelli (circa 200 pezzi). Ovviamente le varie e molteplici costruzioni ripetitive di particolari venivano realizzate su apposite attrezzature previamente autocostruite in laboratorio e trasportate in cucina alla sera dopo cena magari sbirciando di volta in volta i programmi tv, tra gli sguardi di commiserazione di mia moglie. La costruzione dei ponti richiede molta attenzione per la necessaria peculiarità dell'insellatura anche se debole , la perfetta ortogonalità longitudinale e la corrispondenza di livello con i portelli dei cannoni, aprire tutte le aperture dei ponti per dare accesso a quelli inferiori,pazienze ,potenze,bitte laterali interne, cornici porta palle da cannone, preparazione dei 32 carrelli dei cannoni dotarli di tutti i cavi , bozzelli di movimentazione scovoli leve e quant'altro, almeno a partire da quello dei cannoni (Anche lì ci ho passato due anni e mezzo mediamente circa 2 o 3 ore al giorno). Mi ricordo che mi sono fermato nel costruire, perché ho dovuto disegnare molti particolari costruttivi, realizzare delle dime in acciaio per velocizzare la costruzione dei particolari dei fascioni di corazzatura, e preparare parecchi tappi in legno per la sigillatura delle teste dei chiodi. Ho montato i vari fascioni di corazzatura che sono dei tavoloni tagliati a ceppo d'ancora , accostati in modo alterno e speculare (guardando attentamente sul filo dei rinforzi, i corsi si notano benissimo)tale sistema contribuiva ad aumentare la rigidità longitudinale dello scafo. Ho proceduto alla chiusura delle fiancate sino all'impavesata , facendo attenzione di lasciare degli scarichi per il montaggio dei vari parasartie , portine d'accesso, ceppi di rinvio e quant'altro. Molta cura ho dedicato al quartiere di poppa, dove si trovano gli alloggi, sale tattiche , stanze dei vari alti ufficiali e sottufficiali , uffici ecc. Ho cercato di arredarli come riportato in diverse pubblicazioni ufficiali in mio possesso.(circa otto mesi di lavoro) Dopo aver costruito tutti gli interni ho iniziato la costruzione dello specchio di poppa e le bottiglie laterali,con tutti i fregi e le innumerevoli colonnine architettoniche a piede e testa quadra, telai per gli infissi, vetrini,ecc. Quindi dopo innumerevoli mascherature ho dato il via alla verniciatura della poppa e delle fiancate (anche li ho lavorato diversi mesi). Un'altra parte molto interessante e difficile da realizzare(almeno per me) è stata la zona di prua, con la facciata della paratia azzurra, con colonne a bassorilievo , le due bottigliette semicircolari di vedetta, le due porte di accesso al bompresso,e i due bassi portelli,la piattaforma con gli apostoli di fissaggio dei minotti per le manovre di bolina della vela di trinchetto,le terribili serpi di rinforzo trasversale della ruota di prua, (credo di averle costruite più volte............. non venivano mai bene!!!!!) i supporti delle gru di capone (per il sollevamento ancore),la passerella di collegamento castello di prua con il bompresso. Ho costruito le due bisce di rinforzo verticale prua, incastonato il fregio a motivo floreale , dulcis in fundo la "polena" con i due putti che sorreggono una corona che sovrasta lo scudo araldico reale sotto al quale c'è una fascia in cui sono riportati i motti dell'ordine della "Giarrettiera"a sx e "Dio e il mio diritto"a dx guardando da prua (sono diventato pazzo ma sono riuscito a costruirla!!!!!!!). A parte mi sono costruito tutti i vari parasartie con le mensole di supporto in ottone, le lande d'attacco , catene delle bigotte fisse di fiancata, e le bigotte fisse, e i supporti degli scopamare. Quindi ho iniziato l'assemblaggio del ponte dei cannoni, che si intravvede attraverso la grande apertura centrale. Dopo aver montato tutti i rinforzi laterali ,bagli, golfari,ecc. ho fissato tutti i carrelli dei cannoni da 24 libbre e li ho posti in batteria cioè in posizione di combattimento (a proposito i ponti inferiori ospitano rispettivamente quelli da 36 e......48 libbre vicino alla linea di galleggiamento) controllando che tutte le canne fossero allineate. Completato questo ponte sono passato a quello di coperta, che come si può notare e fitto di particolari,in aggiunta ci sono gli uffici del: comandante in 2°, 1°e2°ufficiale, il nostromo (in genere è la figura più delicata a bordo in quanto è responsabile alle manovre ed è l'uomo di collegamento fra marinai e ufficiali) l'immenso salone di poppa che con paratie mobili divide la sala da pranzo dal quadrato ufficiali. Quì mi sono veramente divertito ad arredare il tutto. Dopo aver sistemato la timoneria,ho cominciato a costruire il cassero di poppa, appena terminato ,ho cominciato a controllare bene che tutte le parti fossero a segno, i punti di forza fossero..." veramente di forza"ed ho iniziato a ragionare sull'alberatura. Per prima cosa ho cercato di capire il funzionamento delle varie manovre, a tal riguardo ho acquistato anche dei libri ,alcuni dall'Inghilterra, quindi vocabolario alla mano ho cercato di capire il senso delle frasi, insomma un patimento tremendo!!!! Alla fine ho scoperto che il dimensionamento aveva un qualcosa di proporzionale confermato dalla proporzionalità di certi parametri , infatti analizzando vascelli di vario rango certe dimensioni riportate su un diagramma cartesiano descrivevano non una curva ma una linea, certo qualche potenza di manovra non si trovava sempre nella stessa posizione ma ne ho dedotto che i vari comandanti che si alternavano al comando della stessa unità ,portavano qualche aggiustamento dovuto alla loro particolare esperienza, quindi, tutto mi riapparve molto più semplice, la conferma la ebbi consultando un libro di poche sterline (purtroppo sempre in lingua) dove venivano riportate queste Rules (normative inglesi d'epoca)) che, a seconda del Rating(categoria) in cui è inserita la nave ne dava il dimensionamento sia progettuale che costruttivo. Ad esempio nel 1700 la Royal Navy stabiliva che tutto il dimensionamento della nave dipendesse dal rapporto tra la lunghezza fra le perpendicolari e la larghezza del baglio massimo, questo K influiva anche su tutta l'alberatura. Mi tranquillizzai molto, cominciai a cercare del pino e dell'abete rosso. I fusi maggiori degli alberi sono "impacchettati" cioè sono costituiti da varie tavolette calettate tra loro, arrotondate in modo appropriato, carteggiate,e cerchiate. All'esterno sono state montate delle lapazze sorta di rinforzi laterali, che hanno lo scopo di sorreggere le barre costiere,ch a loro volta sorreggono le coffe , anche queste costruite a pezzi. Quindi ho iniziato la costruzione dei pennoni, dei coltellacci e degli scopamare,del fuso maggiore del bompresso,con le aste di,fiocco e controfiocco , (tutto funzionante). Una gran parte del tempo se ne è andata per la realizzazione della numerosissima ferramenta,(centinaia di pezzi), carrucole seppellite all'interno e all'esterno degli alberi. Un'altra parte del lavoro è stata dedicata alla costruzione delle varie imbarcazioni di bordo,complete dei vari accessori, le ancore realizzate in ferro saldate limate , satinate, brunite, tutte le canne da cannone, e le due carronade di prua, i fanali di poppa e di navigazione,chiesuola della bussola e quella di segnalazione, la ceratura e la tinteggiatura di tutte le manovre fisse(colore nero catrame) dulcis in fundo costruzione della bandiera di poppa(che non sono riuscito a trovare per la mia scala 1:48). Ho terminato nel settembre del 1997, mi sentivo molto orgoglioso del mio lavoro, mi sono interessato per costruire la teca in plexiglass, intanto il modello stazionava protetto da un enorme sacco di polietilene i soffitta. Ogni tanto La andavo a vedere e mi rendevo conto che diversi particolari sarebbero potuti essere costruiti ancora meglio,............ questo per dire che ciò che o realizzato non è il miglior modello del "VICTORY" che io abbia visto(ad esempio ho trovato in internet un medico di Osaka (J)che ne ha realizzata una di scala eguale alla mia ,è vero che si avvale di tecnologie più avanzate delle mie come macchie a 5 assi controllati torni a controllo ecc.,ma è anche vero che il risultato è eccellente) ma è stato il miglior modello realizzato da me fino a quell'epoca, oggi però con l'esperienza acquisita negli anni, non mi saprei dare un buon voto,........ ma questo è un altro discorso e spero che quella esperienza possa servirmi in futuro. Giuseppe Marcucci
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