"il Modellista Fantasma"
Il restauro
(galleria fotografica, che può essere navigata con i tasti direzionali della tastiera)
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Il restauro A cura di Roberto Lattini Il modello ritrovato in una soffitta, è stato riportato al suo splendore iniziale con un restauro totale , ma senza aggiungere o togliere particolari che l’anonimo autore aveva costruito nei primi del Novecento. Si perché il modello risale come data agli inizi del 1900, costruito con quattro blocchi di legno, sagomati e uniti tra loro con colla , l’essenze lignee sono anche differenti, castagno, faggio, e rovere. Lo scafo è stato intagliato con sgorbie e coltellino, i cannoni sono torniti in modo rudimentale, ma tutto sommato di buona fattura. rappresenta un vascello di primo rango, la poppa simile al Victory di Oratio Nelson, misto a un galeone del 700 con castello di poppa e prora. I vari cambi climatici nel lungo periodo di riposo in soffitta, hanno deformato, fortunatamente in modo lieve, lo scafo permettendomi di restaurarlo senza troppi problemi. Lo scafo presentava delle fessure sia a metà dello scafo sia al centro superiore longitudinale ad esso. Smantellata la velatura il modello è stato aperto per livellare gli interstizi in modo da pareggiare le parti. Portati in piano e rincollati, lo scafo tornava nella condizione di origine. Questa manovra ha così permesso di riscontrare che lo scafo è stato realizzato con quattro blocchi in legno di diversa essenza. |
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L’alberatura che si presentava farinosa e priva di consistenza, è stata sostituita completamente mantenendo solo un paio di paterazzi originali. Le cime spezzate tendevano a sgretolarsi sono state sostituite con refe nuova simile all’originale. Sono stati recuperati il resto dell’alberatura, i pennoni, i bozzelli realizzati a mano, le lande di corda sostituite come tutto il sartiame, le manovre riportate sui chiodi di fissaggio che l’autore aveva usato. Il modello nel suo insieme è bello. Le vele sono di tela trattate con colla e tè per indurirle e farle sembrare in navigazione , metodo usato spesso tra l’inizio del 900e gli anni 60, sostituito con metodi moderni. |
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Dispiace non sapere chi l’abbia realizzato. Neppure coloro che lo tenevano in soffitta ricordano chi sia stato. Questo è il primo modello di una lunga serie che arricchirà il
“Museo del Modellista” che ho intenzione di realizzare in un prossimo futuro, dove i modelli esposti saranno accompagnati non solo dalla storia del modello, ma anche da quella del suo autore. |