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Corso di aeropenna 2012
Istruttore di aero penna
Marco Sogliani
allievi del corso
Ricci Pierpaolo , Giolino Danilo , Ghignone Mario , Di Stolfo Giovanni, Nesta Luigi ,Busini Igor , Daniele A. Manfredi , Roletto Domenico , Di Stolfo Massimo , Speciale Angelino , Gindro Marco , Lattini Roberto
(galleria fotografica, che può essere navigata con i tasti direzionali della tastiera)
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CENNI SULLA VERNICIATURA AD AEROGRAFO
Marco Sogliani
La verniciatura a spruzzo presenta diversi vantaggi rispetto a quella a pennello; può essere applicata in modo uniforme anche sui modelli più complicati, ed è ideale per verniciare grandi e medie superfici.
Tre sono gli strumenti per per la verniciatura a spruzzo:
- le bombolette aerosol
- le pistole a spruzzo
- l’aerografo
Le bombolette aerosol
Sono il tipo più semplice. Si tratta di bombolette con vernice già pronta. Premendo la valvola, si costringe la vernice ad uscire sotto forma di polvere finissima. Non se ne può controllare quantità e pressione con cui la vernice esce. La bomboletta è usa e getta e non si può ricaricare; questo obbliga all’utilizzo dei colori che si trovano in commercio. Le bombolette non necessitano di manutenzione; con l’unica avvertenza di , a fine lavoro, capovolgerla e spruzzare fino a chè non esce più la vernice ma solo il suo solvente. Questo serve per pulire il cannello dello spruzzatore.
Personalmente ho più volte utilizzato bomboletta “da ferramenta” con buoni risultati. Il colore aggrappa bene alle superfici, e con un po’ di pratica si riesce a fare delle buone/ottime finiture superficiali.
Le trovo ottime x medie/grandi superfici color bianco (colore molto difficile a causa della sua poca capacità coprente ….
Ben lontano dal voler fare pubblicità a quel prodotto o ad un altro, ma volendo semplicemente rendervi partecipe alle mie precedenti esperienze personali, ho sempre trovato difficoltà ad usare le bombolette Tamiya. Non permettendomi di discutere sulla qualità del colore, le ho sempre trovate difficili da usare e un “po’” costose ….
Necessitano di un trattamento della superficie praticamente perfetto e pulito ! La minima macchia di unto crea a contatto con la vernice delle bolle e delle grinze. Visto che però certi kit necessitano colori che Tamiya produce solo in bomboletta (ad esempio il Mica Blue delle Subaru Impreza o della vecchia Yamaha di Valentino Rossi…), ho sempre aggirato l’ostacolo spruzzando il colore in una bottiglietta d’acqua vuota, raccolto il colore e poi spruzzato con l’aerografo con ottimi risultati.
Ricordo di tenere le bombolette lontane da fonti di calore e, quando sono vuote, non forate o gettatele nel fuoco.
Pistole a spruzzo
Le pistole a spruzzo mescolano al vernice allo spruzzo di aria esternamente.
Il getto d’aria compressa esce da un ugello spruzzatore e passa sopra ad un ugello che spunta dal recipiente che contiene la vernice. La pressione dell’aria crea una depressione che aspira la vernice e nebulizza aria/colore ottenendo una verniciatura a spruzzo. La “rosa” (dimesione dello spruzzo) è regolabile di solito da 20 mm a 50 mm.
La pistola a spruzzo è economica e facile da usare anche per un principiante. E’ l’ideale per stendere mani divernici su superfici piatte, ma non va bene per lavori più precisi e dove ci vuole la mano libera.
Può eseguire verniciature molto vicine alla qualità di un aerografo, ma attenzione alla regolazione dello spruzzo.
Va pulita subito dopo l’uso. Toglieta la vernice dal contenitore, pulitelo con uno straccio e riempitelo di solvente (… adatto al colore usato …) e spruzzate. In questo modo il solvente pulirà l’ugello.
Aerografo
L'aerografo e da sempre utilizzato da grafici o illustratori ma anche per noi modellisti può essere davvero utile.
L’aerografo miscela internamente aria e colore, ed è quindi in grado, contrariamente alla meno sofisticata pistola a spruzzo, di ottenere una migliore polverizzazione e di creare una vasta gamma di effetti con una maggiore e migliore precisione, grazie soprattutto alla possibilità di poter regolare sia l’aria che la quantità di colore.
Normalmente gli aerografi hanno diversi tipi di puntali (più o meno fini) a seconda della precisione e dimensione della “rosa” di lavoro.
Ci sono due tipi di aerografi, a semplice azione e a doppia azione. E a loro volta si dividono in tre gruppi a seconda di dove si trova il serbatoio del colore.
Se il serbatoio è sotto il puntale di spruzzo sono aerografi ad aspirazione; se è sopra sono a gravità (o a caduta), se il serbatoio è sul fianco sono chiamati laterali o a gravità laterale.
Quelli a singola azione sono i più conosciuti.
Premendo il grilletto lascia passare l’aria e agendo sulla vite di regolazione dello spillo, posto sopra o dietro il serbatoio di colore, si effettua la regolazione della quantità di colore. E’ facile da usare. Una volta regolata la quantità di colore, ci si può concentrare sul controllo dell’aria. Sono in vendita in vasta gamma, che varia per prezzo e qualità.
L’ aerografo a doppia azione invece, regola il flusso dell’aria e la quantità di colore in contemporanea.
Premendo il pulsante si regola l’aria, tirando indietro il colore.
Questa possibilità permette di ottenere ottimi effetti e sfumature di colore. Questo aerografo è più difficile da usare, e in passato più costoso. Oggi si trovano ottimi aerografi a doppia azione ad buoni prezzi.
Richiede molta più pratica, ma molti modellisti ritengono giustificato le difficoltà iniziali di uso dai risultati ottenibili.
L’immagine sottostante rappresenta un aerografo a doppia azione e può essere di aiuto per capirne il funzionamento.
Questi sono i movimenti essenziali per usare correttamente un aerografo a doppia azione.
Nella prima figura si può notare la posizione base in cui sia l'aria che il colore non fuoriescono.
Nella seconda immagine si vede il dito che premendo verso il basso in un movimento verticale regola la pressione dell'aria.
Con il terzo movimento si inizia a far fuoriuscire il colore in quantità maggiore in base all'apertura della valvola. |
Di seguito un’immagine indicante i più comuni errori nell’uso dell’aerografo:
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Corretto spruzzo di una perfetta aeropenna. |
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Colore troppo diluito oppure l'aerografo è troppo vicini alla superficie da trattare. |
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Con questo tipo di spruzzo “pulsante” dobbiamo intervenire sull'ago o sulla duse |
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Questo problema si risolve aggiungendo la trappola per la condensa |
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Ugello danneggiato o ostruito da sporcizia. |
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In questo caso abbiamo poca pressione dell'aria o colore troppo denso. |
Due componenti molto delicati dell’aerografo sono l’ago (spesso chiamato “spillo”) e l’ugello (spesso chiamato “duse”).
Bisogna prestare molta attenzione durante la pulizia dell’aerografo.
Va pulito subito dopo l’uso perché anche il più piccolo deposito di colore o sporcizia ne altera il funzionamento.Si comincia dal pulire il serbatoio, si riempi di solvente e si spruzza fino a che nn si è certi che l’aerografo sia pulito. Poi si mette uno straccio sul puntale dell’ago e si aziona il pulsante dell’ aria in modo da forzarel’aria e il solvente indietro verso il serbatoio , pulendone il condotto.
Esistono comunque in commercio degli ottimi prodotti di pulizia per gli aerografi.
Ci rendiamo conto però conto che per l’uso dell’aerografo è necessario disporre di una fonte d’aria, quindi di un compressore. Ci sono ottimi compressori sul mercato ed ad una miriade di prezzo. Permettetemi di suggerirvi l’acquisto di un buon compressore (… lo pagherete …), ma vi assicuro che è un investimento che resta. Il mio compressore ha superato il quarto di secolo con pochissimi inconvenienti.
Consiglio vivamente che il compressore abbia un essiccatore di condensa, o applicatene uno. Questo farà in modo di raccogliere le goccioline di acqua che si creano (a causa dell’ umidità dell’aria che viene compressa ) non vengano spruzzate insieme alla vernice !
Di seguito alcuni cenni sulla verniciatura, trovati su internet, nella speranza vi possano essere utili.
Perché la verniciatura è così alchimistica?
Le vernici tendono ad arrecare notevoli grattacapi ai modellisti. Ci sono tanti modi per applicare male una mano di vernice ed in virtù della Legge di Murphy le probabilità che questo accada sono direttamente proporzionali al numero di ore spese nella costruzione di ciò che state verniciando.
A peggiorare le cose, troverete numerose opinioni contrastanti riguardo ai prodotti ed alle tecniche "migliori", quelle cioè che dovrebbero risolvere ogni vostro problema.
La maggior parte delle difficoltà legate alla colorazione derivano dalla grande quantità di variabili che determinano il comportamento della vernice, molte delle quali sono estranee al vostro controllo. Peraltro, ci sono numerose diverse combinazioni di queste variabili che daranno buoni risultati ed un ancor maggiore numero di combilazioni che darà risultati scadenti.
Il vero problema, cercando di riprodurre la stessa tecnica che per qualcun altro ha avuto successo, consiste nell'immaginare esattamente in cosa consistesse, quando la stessa persona non è in grado di spiegare esattamente cosa stesse facendo. Ad esempio, potrebbe dire "ho aggiunto poche gocce di diluente X alla vernice Y prima di aerografare una finitura lucida", cosa che sembra un indicazione valida, ma questi non vi ha detto quanto sia grande "una goccia", o a quanta vernice fosse stato aggiunto quel diluente, o che tipo di aerografo usasse, con quale ugello, o a che pressione. Il modellista a cui va bene quella soluzione, ovviamente, userà sempre la solita bottiglietta, il solito contagocce, l'aerografo configurato allo stesso modo, ecc... e non vi darà mai indicazioni su queste variabili, quando vi racconta i suoi segreti.
A questo punto, la cosa migliore che potete fare è scegliere un tipo di vernice che abbia in genere le caratteristiche volute, quindi sperimentare fino a trovare la combinazione ideale. Trovate un sistema per ottenere condizioni ripetibili, modificando una variabile per volta e provando i risultati su pezzetti di plastica di scarto. Annotatevi tutti gli accorgimenti che funzionano e tutte le cose che vanno storte, fino a conseguire la consapevolezza di come si comporta la vernice.
Ad esempio, ecco alcuni suggerimenti per costruirsi il proprio "metodo":
- Per mescolare il colore usate contenitori dello stesso formato, possibilmente del tipo usa-e-getta, marcandoli allo stesso livello in modo da misurare sempre la medesima quantità di colore.
- Acquistate dei contagocce monouso, presso un negozio di forniture per laboratori chimici, coi quali dosare precise quantità di diluente e colore, nella preparazione delle miscele.
- Ritagliate dei rettangoli di polistirene da 1,5 x 3 cm. Preparateli come preparereste un normale modello per la colorazione (lavaggio, levigatura e primer), quindi usateli per ricavarne dei campioni di verniciatura, modificando una variabile alla volta (come il rateo di diluizione, la distanza dal pezzo durante la verniciatura, il numero di mani, la pressione dell'aria e la dimensione dell'ago, riferiti all'aerografo usato, ecc...).
- Quando colorerete il vero modello, nel frattempo colorate anche un paio di questi campioni. Serviranno per testare l'asciugatura della vernice e la compatibilità di quest'ultima con i colori applicati successivamente.
Quali tipi di vernice esistono? In cosa differiscono ? Cosa sono queste nuove vernici "acriliche" di cui si sente tanto parlare?
Tipicamente, una vernice è formata da tre componenti:
- Il pigmento: sostanza che attribuisce il colore della vernice; solitamente è un composto metallico.
- Il veicolo: sostanza che solidificando formerà il "corpo" dello strato di vernice, quando questa sarà asciutta, e che garantisce le proprietà protettive della vernice stessa.
- Il solvente: sostanza nella quale il "veicolo" è disciolto, affinché da fresca sia liquida anche la vernice medesima.
Le vernici sono caratterizzate dal tipo di veicolo e di solvente usati, ma anche dal fatto di essere "smalti" o "lacche".
Si definisce "smalto" una vernice che essica ma anche si indurisce. Dopo l'applicazione, in uno smalto il solvente evapora, lasciando sulla superficie uno strato di sostanza formata da veicolo e pigmento. In quella fase, il veicolo si solidifica grazie ad una reazione chimica che lo indurisce e lo rende più resistente al solvente della vernice stessa. E' per questo motivo che su una mano di smalto fresca è così facile lasciare impronte digitali, anche quando la vernice è asciutta al tatto (o "fuori polvere"): il veicolo non è ancora asciutto.
In antitesi a ciò, una "lacca" è una vernice che si limita ad "essiccare" cioè, quando il solvente evapora, lo strato di colore assume la sua condizione finale, rimanendo solubile allo stesso tipo di solvente presente in origine. Infatti, anche molto tempo dopo la verniciatura, le lacche si possono facilmente rimuovere usando i loro solventi.
Anche se all'apparenza le lacche si induriscono, e la superficie sembra asciutta, per un certo tempo la vernice rimane abbastanza morbida da rimanervi impresse le impronte digitali, ma in questo caso ciò è dovuto al solvente intrappolato sotto la pellicola superficiale, che quindi evapora con maggiore lentezza.
Spesso, queste due caratterizzazioni di una vernice possono combinarsi tra di loro; per esempio, una "lacca acrilica" è una vernice di tipo lacca, che contiene un veicolo acrilico (cioè di plastica) e, dato che è una lacca, andrà diluita con un solvente per lacche a base di petrolio.
Si può quindi facilmente immaginare che "smalti" e "lacche" hanno proprietà differenti, le quali determinano la scelta degli uni o delle altre secondo l'impiego richiesto. Il grande vantaggio delle lacche è che asciugano velocemente. Mentre a gli smalti essiccati all'aria possono occorrere anche intere settimane per indurire completamente, in meno di 24/48 ore una lacca si può già maneggiare, carteggiare e lucidare.
Il veicolo ed il pigmento usati nelle lacche sono tipicamente più coprenti degli smalti, perciò se ne può applicare una pellicola più sottile, in modo da non "annegare" i dettagli della superficie verniciata. Le lacche tendono anche a diventare più dure degli smalti (anche dopo che sono induriti) il ché le rende più durature, nel senso che la vernice resisterà meglio alla manipolazione durante le fasi di assemblaggio del modelli ed è meno soggetta a consumarsi durante la lucidatura.
Un aspetto negativo delle lacche è l'aggressività dei loro solventi, che di solito corrodono lo stirene, le setole dei pennelli e le nostre cellule neurali con la stessa spensieratezza. L'altro problema si presenta sovrapponendo colori diversi poiché il solvente di quello applicato per ultimo tende a intaccare il colore preesistente, potendo dare luogo ad una mescolanza di colori.
E' importante poi osservare che il termine "smalto" talvolta si adopera per indicare qualsiasi colore a finitura lucida, indipendentemente dalle sue caratteristiche chimiche. L'esempio più comune di denominazione erronea si verifica nel caso delle bottigliette di smalti per le unghie, che in realtà assomigliano più alle lacche che agli smalti, tanto che gli automodellisti talvolta adoperano questi colori esattamente come i colori a lacca, usando un diluente analogo.
Fino a pochi anni fa, gran parte dei colori per uso modellistico erano dei classici smalti, che usavano solventi oleosi relativamente blandi con veicolo a base alchidica. Se per un verso esse presentavano caratteristiche utili in ambito modellistico, essendo relativamente innocue per la plastica e per l'uomo, senza dare problemi nella verniciatura di superfici già verniciate, dall'altro verso hanno proprietà non gradite dai modellisti più esigenti: asciugano molto lentamente, restano leggermente soffici e danno luogo ad uno strato di colore spesso, che talvolta può annegare i dettagli più minuti.
Ma la tecnologia avanza. Si sono formulate lacche con solventi meno aggressivi per la plastica. I veicoli di tipo acrilico, e in misura minore quelli poliuretanici, hanno reso possibile la preparazione di smalti che coprono, essiccano e induriscono in modo molto simile alle lacche. La tendenza attuale in questo senso è data dagli "smalti acrilici all'acqua", vernici a smalto con veicolo acrilico, che usano l'"acqua" come solvente.
Un'altra osservazione degna di nota riguarda il fatto che molti modellisti spesso si riferiscono agli "acrilici all'acqua" chiamandoli semplicemente "acrilici". Questo può risultare fuorviante, dato che esistono anche "smalti acrilici a base oleosa" e "lacche acriliche a base oleosa", col rischio di mescolare i solventi di tre tipi di vernici molto diversi tra loro.
Quali sono i migliori tipi di vernici per modellismo ?
Chiaramente, si tratta di una domanda soggettiva che non ha risposte esatte. Ogni vernice presenta i suoi pro e i suoi contro; si tratta solo di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e, per aiutarci nella scelta, vediamo alcune osservazioni ed opinioni.
Le vernici "acriliche ad acqua" sono generalmente considerate la tendenza del futuro. Abbinano le migliori proprietà degli smalti a quelle delle lacche, pur essendo meno tossiche e, prima che asciughino, si possono pulire con semplice acqua e sapone.
A dire il vero, queste vernici non sono esattamente come quelle di un tempo, a base di petrolio: non asciugano altrettanto velocemente e una volta asciutte non diventano altrettanto solide, tuttavia stanno subendo un progressivo miglioramento. Perciò, se vi state affacciando solo ora al mondo del modellismo e non possedete già una nutrita collezione di colori a base di petrolio, è probabile che scegliate di usare gli "acrilici ad acqua".
In ogni caso meritano sicuramente di essere provate: anche nel caso in cui siate soddisfatti delle vernici a base di petrolio, con il progressivo irrigidimento delle norme anti-inquinamento è possibile che un giorno o l'altro ne venga proibito l'uso per fini hobbistici e quindi riteniate opportuno iniziare un cambiamento progressivo.
Anche gli "smalti acrilici a base oleosa" possono rivelarsi un'ottima soluzione. Fondamentalmente sono la versione "tecnologica" dei tradizionali smalti. Noti anche come "smalti modificati", questi colori hanno un veicolo acrilico che asciuga e indurisce molto meglio dei tradizionali smalti alchidici, tanto che in 2-3 giorni raggiungono la durezza di una normale lacca. Possono anche contenere un solvente più aggressivo, capace di intaccare il polistirene, ma per evitare sorprese basta usare un primer per uso automobilistico sotto la vernice.
Molte delle vernici spray per bricolage sono di questo tipo, ed hanno il vantaggio di costare molto meno delle normali confezioni per uso modellistico.
Cos'è il diluente per vernici ? Come si usa ? E' proprio necessario adoperare quelle minuscole e costose bottigliette di diluente prodotte dai fabbricanti di vernici modellistiche ?
"Diluente" è il nome generico di un solvente che sia compatibile con quello di una determinata vernice. Esso si aggiunge alla vernice per ridurne la viscosità. Considerando che è più facile aggiungere solvente a una vernice densa piuttosto che sottrarlo a una vernice diluita, e dato che i colori vanno diluiti maggiormente se si usa l'aerografo rispetto al pennello, si ha la tendenza a produrre vernici abbastanza dense, alle quali occorrerà aggiungere del solvente fino a raggiungere la giusta viscosità. I diluenti si usano anche per pulire aerografo e pennelli dopo la verniciatura.
E' importante notare che di solito i diluenti non sono lo stesso solvente che troviamo nella vernice. Un effetto collaterale di molti diluenti per smalti è il fatto di accelerare i tempi di asciugatura della vernice, un po' come il catalizzatore di una vernice epossidica. In genere, questa proprietà è gradita, salvo il caso in cui si aggiunga del diluente in un barattolo di colore appena aperto, perchè potrebbe capitare che il diluente faccia essiccare la vernice rimasta nel barattolo, trasformandola in una massa gommosa nell'arco di pochi giorni.
Meglio mescolare vernice e diluente in un contenitore apposito, come il serbatoio dell'aerografo.
Per chi usa i pennelli, il tappo di un barattolo di caffé andrà bene come tavolozza per manipolare e diluire piccole quantità di colore, mentre uno stuzzicadenti e' ideale per maneggiare piccole quantità di vernice.
Molti produttori di vernici vendono anche un diluente compatibile con i loro prodotti, generalmente in confezioni grandi come i barattoli delle vernici stesse e, di solito, allo stesso prezzo. Se avete familiarità con le vernici per usi non modellistici, scoprirete facilmente che, malgrado il prezzo elevato, questi diluenti hanno, secondo i casi, lo stesso odore ed aspetto del petrolio bianco, del diluente nitro, che si possono comprare per pochi soldi al litro in qualsiasi colorificio, o dell'alcool isopropilico.
Generalmente, i produttori di vernici propongono un diluente compatibile con i loro prodotti, presentato di solito in confezioni del medesimo formato ed allo stesso prezzo delle vernici stesse. Se avete familiarità con le vernici non-modellistiche, vi accorgerete facilmente che il contenuto di quelle bottigliette, di solito venduto a diversi euro ciascuna, somiglia, odora ed ha tutta l'aria di essere petrolio bianco o diluente nitro, piuttosto che alcool isopropilico, acquistabili in colorificio o presso fornitori di prodotti chimici, sempre per pochi Euro, ma al litro.
Come si può intuire, molti modellisti usano questi prodotti economici invece della versione proposta nei negozi di modellismo ed in genere si possono usare per pulire gli attrezzi, ma possono sorgere difficoltà usandoli per diluire il colore. Talvolta succede che un diluente di colorificio si riveli incompatibile con una vernice modellistica, col risultato che la vernice si trasforma in una massa gommosa mentre tentate di spruzzarla con l'aerografo, oppure capita che sul modello si formino delle crepe nella superficie verniciata. Ciò si può evitare in due modi:
1. Usare i prodotti di colorificio solo per la pulizia, continuando ad usare, per diluire il colore, il diluente della stessa marca della vernice per modellismo. In questo modo non se ne utilizza molto e si può ragionevolmente supporre che il produttore abbia ottimizzato il diluente per usarlo insieme alla propria vernice.
2. Sperimentare diversi diluenti di colorificio, fino a trovare una combinazione di prodotti che funzioni, rimanendo coerenti con essa se si decide di adottarla. Un consiglio è quello di evitare i prodotti marchiati dal commerciante, poiché il contenuto può variare leggermente da un lotto di produzione all'altro.
L'elenco di vernici alla fine di questa sezione offre una serie di suggerimenti riguardo ai loro diluenti alternativi.
Cos'è il primer? Devo usarlo sui miei modelli ?
Un "primer" è uno speciale tipo di venice che serve a preparare la superficie agli strati successivi di colore. I primer hanno caratteristiche particolari:
- Aderiscono molto bene alle superfici. Tipicamente hanno un solvente forte, molto volatile, che attraversa eventuali tracce di unto superficiale e "morde" leggermente la plastica, in modo da formare una buona presa meccanica con la superficie, solidificando all'interno delle microscopiche cavità presenti sulla superficie della plastica. La stessa superficie del primer asciutto ha una microscopica rugosità che offre buona presa ai successivi strati di colore.
- Sono molto coprenti, garantendo un colore di fondo omogeneo, in modo da evitare che le aree stuccate e le parti stampate con plastica di colore differente traspaiano attraverso strati di vernice chiara.
- Di norma contengono una certa percentuale di stucco, che aiuta a riempire i graffi e le irregolarità superficiali. Essi non sostituiscono lo stucco o la carteggiatura.
- Rappresentano un modo facile per controllare e correggere la superficie prima della verniciatura. Giunture mal stuccate, colpi di lima un po' maldestri, ritiri della plastica, forellini, che spesso è difficile individuare sullo stirene trattato con lo stucco, diventano subito evidenti dopo una passata di primer di colore grigio medio.
- In genere i primer si carteggiano bene. Gli stucchi a base nitrocellulosica aderiscono perfettamente al primer, consentendo di ristuccare e cartegguare, applicando poi ulteriore primer per controllare il risultato.
- I primer agiscono come barriera tra la plastica ed alcuni dei più aggressivi solventi per colori. Solo nel caso degli smalti a base nitrocellulosica occorrerà adoperare un primer specifico.
I produttori di colori per modellismo propongono vari tipi di primer, ma molti modellisti adoperano primer per uso generico, in bomboletta spray, o quelli per uso automobilistico, spruzzati ad aerografo. Quasi tutti i primer sono a base nitrocellulosica. perciò possono intaccare la plastica, ma di solito asciugano così rapidamente (per via del solvente volatile) che non resta tempo per fare un vero danno.
Come sempre, con ogni nuovo prodotto è meglio fare prima qualche esperimento su pezzi di scarto, non su un modello raro sul quale avete magari già speso un centinaio d'ore di lavoro. Il solo vero inconveniente del primer è che aumenta i tempi ed aggiunge fasi al processo di verniciatura, spesso non strettamente necessarie. Oltre ad applicare il primer, bisogna anche aspettare che asciughi completamente - di solito occorrono da 12 a 24 ore - e per le superfici ad alta brillantezza bisogna anche carteggiare ad acqua ill primer con carta abrasiva grana 600, seguita da un energico risciacquo in acqua saponata ed una attenta asciugatura, prima di applicare il colore.
Se sia giusto o meno usare il primer è argomento di dibattito sempre accanito. Gran parte degli smalti sintetici per modellismo aderiscono abbastanza bene al polistirene pulito; se il colore della plastica è chiaro, in assenza di stucco non ci saranno problemi di coprenza. In una situazione analoga, l'uso del primer è probabilmente superfluo. D'altra parte, molti modellisti usano il primer come parte del loro metodo di verniciatura per evitare sorprese nei casi in cui ce ne fosse davvero bisogno. La scelta dipende da voi.
Come si preparano le parti da verniciare ?
L'ottenimento di una buona verniciatura dipende in gran parte da come si prepara il modello prima di applicare la vernice.
Per i pezzi più piccoli, privi di ampie superfici piane, è sufficiente usare acqua tiepida con un detersivo per piatti inodore, sciacquandole abbondantemente sotto il rubinetto. Il tutto, ovviamente, dopo aver limato e carteggiato i pezzi per rimuovere i segni dello stampo.
Questa precauzione elimina i residui di carteggiatura, lo sporco, l'unto delle dita, le tracce del distaccante usato per lo stampaggio e quant'altro possa inficiare negativamente sulla capacità di presa della vernice.
I modelli in resina è più facile che presentino residui di distaccante, mentre, a detta delle aziende produttrici, uno stampo a iniezione moderno e ben progettato non richiede l'uso di agenti distaccanti. Per rimuoverlo completamente prima della verniciatura, molti costruttori di kit in resina usano il "Wesley's Bleche White", un detergente reperibile nel reparto autoaccessori dei grandi magazzini.
Le superfici più ampie, come le ali, le fusoliere o le carrozzerie, richiedono più lavoro poiché le irregolarità della vernice o della superficie sottostante risultano più visibili. Questo è il metodo che io adopero:
1) Riempire ogni graffio, segno di stampaggio, ecc… con il vostro stucco preferito.
2) Carteggiare le zone stuccate e rimuovere le linee di giunzione degli stampi, usando carta abrasiva bagnata , prima di grana 320 e poi 400. Se possibile, adoperatela supportandola con un blocchetto piatto di legno o di gomma per assicurare una superficie piatta e regolare. In questo modo si possono levigare tutte le superfici tranne quelle a curvatura concava, ma fate attenzione a non spianare le zone sporgenti. Un piccolo segmento di tubo di gomma rappresenta a questo punto un eccellente supporto per levigare le zone concave. Mentre carteggiate, passate leggermente anche sulle pannellature incise, per rimuoverne quel leggero rilievo lasciato dallo stampaggio, che potrebbe disturbare una corretta stesura della vernice.
3) Ripassate il tutto con carta abrasiva grana 600-1000, bagnata d'acqua, se possibile adoperando ancora il blocchetto di supporto.
4) Lavare con detergente per stoviglie, sciacquare abbondantemente e lasciar asciugare per tutta la notte. Non aspettando, si rischia che dell'acqua resti nascosta tra i pannelli o in qualche fessura, creando bolle nella successiva verniciatura.
5) Applicate una mano del vostro primer preferito.
6) Ispezionate attentamente i pezzi. Ripetete i passaggi da 1 a 5 finché le linee di giunzione e le irregolarità superficiali siano completamete eliminate.
7) Levigate il primer con carta abrasiva grana 600 (o anche 1000, se la trovate), bagnata d'acqua.
8) Lavare ancora con detergente per stoviglie e sciacquare abbondantemente, lasciando asciugare per tutta la notte.
A questo punto avrete un modello perfettamente pronto per ricevere una verniciatura impeccabile.